08 Gen IL CODICE CREATIVO – l’intervista di Jung
Carl Gustav Jung intervista Andrea Ballarini, co-autore del libro IL CODICE CREATIVO
J: Allora, signor Ballarini, cosa le è venuto in mente di infilare me, Platone, Kant, Jane Austen, Raffaello Sanzio e Mrs. Hudson nel suo libro? Cosa ne devono pensare i suoi lettori? Che è stato colto da un attacco di megalomaia o che altro?
B: Spero di no. Semplicemente io e Sandro siamo partiti dalla considerazione che, avendo delle cose da dire, se le avessimo dette io e lui sarebbero state meno ascoltate che se le aveste dette voi. È stata una strategia di comunicazione, se vogliamo.
J: Ed è convinto che sia stata una buona strategia?
B: È un po’ presto per tirare le somme. In fondo il libro ha visto la luce immediatamente prima di Natale, poi ci sono state le cene, i pranzi, altri pranzi ecc. Molte persone lo staranno leggendo solo in questi giorni. Quelle che lo hanno già letto, però, non ci sono venuti a cercare con i forconi, per cui un risultato di minima lo abbiamo raggiunto.
J: Ma il vostro libro che cos’è esattamente? Non è un saggio, ma neanche un romanzo; non è un racconto morale, ma nemmeno una fantasia onirica. Potrebbe chiarire questo punto?
B: Nelle nostre intenzioni voleva essere un contributo concreto per suscitare un dibattito su che uso fare dei big data – possibilmente un uso non ovvio. Noi abbiamo ideato questo metodo di lavoro e abbiamo deciso di raccontarlo urbi et orbi per vedere che reazioni suscitava. Ma invece di scrivere un saggio serioso, che probabilmente avrebbero letto solo i nostri parenti stretti perché impossibilitati a non farlo, abbiamo scelto una forma che, crediamo, sia un po’ più potabile e divertente. Se vogliamo, il Codice Creativo (inteso come libro) è lo storytelling del nostro approccio ai big data. Chiaro?
J: Non proprio, ma poteva andare peggio. Ma una volta scritto, come avete fatto a fare in modo che la gente potesse leggerlo?
B: Abbiamo chiesto a due amici, Marcello e Giorgio, se c’era un po’ di spazio negli scaffali delle loro librerie. Quindi è possibile trovarlo a Roma nelle librerie Arion e a Milano in Open – More than books.
J: Ma chiudiamo con la domanda davvero importante: perché i lettori dovrebbero impiegare due ore del loro tempo per leggere il Codice Creativo?
B: Perché il codice creativo, anche se lo abbiamo scritto io e Sandro, è frutto del lavoro di un gruppo di persone: la creative community KleinRusso. E come dice la legge di Finangle, una delle più importanti tra le leggi di Murphy, “Il lavoro d’équipe è fondamentale, perché permette di dare la colpa ad altri”.
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